
Parco Nazionale del Pollino
Il Parco Nazionale del Pollino si estende su 192.565,00 ettari di terreno ed è posto a cavallo tra due regioni, la Basilicata, detta anche Lucania, e la Calabria. Inoltre spazia dal mar Tirreno allo Jonio, da Cozzo del Pellegrino a Serra Dolcedorme, dai Piani di Campolongo, di Novacco, e di Lanzo, ai Piani del Pollino, dai fiumi Argentino e Abatemarco, alle gole del Lao e del Raganello, ai torrenti Peschiera e Frido. L’intera zona del Pollino è formata dai Massicci del Pollino e dell’Orsomarso. La catena montuosa che fa parte dell’Appennino meridionale a confine con la Basilicata e la Calabria vanta le vette più alte del Sud Italia le quali rimangono innevate per un lungo periodo che inizia a partire dal mese di novembre e finisce nel mese di maggio con lo sciogliersi della prima neve. L’altezza delle sue vette arriva a quota 2.200 mt slm.
Fauna
In generale il territorio è abitato da una fauna eterogenea dove sono presenti elementi di Fauna calda, Fauna temperata e Fauna fredda. Tra i mammiferi predatori compare al primo posto il Lupo che è presente nel Parco con 20/30 esemplari. Difficile da incontrare è possibile vedere le sue impronte sulla neve. Il Capriolo invece è una specie che dimora nel Pollino con circa 50 esemplari ed è una delle specie autoctone dell’Appennino Meridionale. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del ‘900 il taglio dei boschi ha decimato la razza del Capriolo e a estinto quella del Cervo. La Lontra è il mammifero più raro del Parco ed è legato agli ambienti acquatici come il fiume Lao, il fiume Argentino e il torrente Peschiera. La Volpe è invece un animale che si incrocia facilmente lungo le strade o lungo i sentieri ed è una specie molto diffusa come anche il Riccio, mentre il Tasso e l’Istrice anche se diffusi sono difficili da vedere. Nei prati e ad alta quota sono presenti la Lepre, la Faina, la Donnola, il Ghiro, e il rarissimo Driomio calabrese. Lo scoiattolo che negli ultimi anni ha avuto una buona riproduzione è facile incontrarlo nei boschi di Faggio, di Abete e nelle pinete di rimboschimento.
Flora
Il Parco del Polline gode della variabilità di alcuni fattori ambientali e ciò permette lo sviluppo di diverse specie vegetali. La macchia mediterranea soprattutto presente nelle aree più calde è composta soprattutto di piante di Alloro, il Cisto femmina, il Corbezzolo, l’Erica, la Fillirea, il Lentisco, il Mirto, e il Rosmarino. Ad alta quota si trovano soprattutto querceti, castagneti, aceri e carpini. A 1.200 mt domina il faggio che è la pianta più diffusa del Parco e ce ne sono di diversi tipi a seconda dell’altezza. Su alcune pendici c’è un misto di Faggio e Abete bianco. Tra i 900 e i 1850 metri o anche a quote minori sono presenti particolari associazioni di faggio. In una piccola radura ai margini del piano di Acquafredda un gruppo di faggi offre uno spettacolo che lascia veramente attoniti i turisti. Tra le specie arboree sono da annoverare il Pino nero, il Tasso, l’Agrifoglio, e l’Acero.
L’Abete bianco invece cresce solo in determinati punti sul massiccio soprattutto nel versante nord, precisamente nel Bosco Iannace. Il Pino loricato, testimone della storia geologica del Parco è un prezioso elemento balcanico.
Il Pino loricato, testimone della storia geologica del Parco è un prezioso elemento balcanico. Il Pino Loricato è la specie più rilevante del Parco del Pollino una importante presenza si rileva soprattutto sui monti dell’Orsomarso, sul monte Alpi, e sul monte La Spina, ed è il simbolo del Parco. Il Pino Loricato vive al di sopra della fascia vegetazionale, ha una crescita molto lenta e si adatta a a qualsiasi condizione climatica. La sua corteccia è caratterizzata da grandi placche grigio-cenere di forma poligonale che assomiglia quasi a una corazza da qui il nome ‘Loricato’. Al di sotto dei mille metri troviamo il Cerro, il Rovere, l’Ontano napoletano, l’Acero di Lobel, il Carpino bianco e il Carpino nero. Nel Bosco Mascagnano è possibile ammirare una associazione interessante di Cerro, Faggio e Carpino nero. Lungo i fiumi sono presenti il Pioppo nero, l’Ontano nero, e il Farfaraccio e tra le essenze erbacee il Capelvenere.
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